
La prima cosa che viene in mente è sempre la vecchia diatriba tra il Tokaji Ungherese e il Tocai Friulano, ma poco importa, dato che l’unica affinità tra i due sta nel nome: il primo è riferito ad una località, mentre il secondo è riferito al vitigno. Per legge Europea, oggi hanno priorità le denominazioni geografiche, e dunque il già Tocai Friulano ha dovuto chiamarsi Friulano soltanto, per non confondere il consumatore.
Rimane il fatto che questo vino è così profondamente radicato e identificato con territorio, tradizione e cultura friulana, che in osteria i suoi “aficionados” continuano (e continueranno) a chiamarlo Tocai. Deciso eppure elegante, con alto fattore di unicità, questo vino è figlio del carattere di questa regione, spazzata dai venti freddi dell’Est che portano quegli sbalzi di temperatura tra giorno e notte che poi generano i suoi tipici profumi. Nella sua versione in purezza, è vino importante e di carattere. La Certificazione SQNPI è garanzia di produzione sostenibile e quindi significa un progetto a lungo termine: perché in Friuli un futuro senza Friulano è del tutto impossibile da immaginare.
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Tocai
Vento d’ Oriente,
che muovi le zolle
ove calpestarono
i cavalli
di eserciti invasori,
quella ballata portasti
da oltre i monti
e quel profumo
d’ erbe di primavera
nei grappoli
baciati dal sole
di tarda Estate.
E l’ allegria dolce
davanti al camino
che resta soltanto
nostra.