12 Giu, 2018 BIANCO MON AMOUR, OVVERO IL MERLOT BIANCO 2017
Bianchissimo con carattere il Merlot Bianco 2017:
Come & Perché
Di carattere ne ha, e parecchio, il Merlot Bianco 2017. Figlio di un’annata difficile, si è tirato su le maniche fin da subito. Questo è il bello della vigna, quando il gioco si fa duro la vigna stringe i denti e arriva in fondo. Gelata, tempeste, nubifragi e finale con pioggia, non ci siamo fatti mancare nulla nel 2017.
Mai come quest’anno il nome “Bianco” gli calza a pennello: il suo colore bianco carta è proprio .. bianco carta. Ovvero chiaro anche se non chiarissimo, con un’evanescenza di rosa che solo i fedelissimi riescono a cogliere.
I profumi delicati, predisporrebbero a un vino delicato. Ma chi conosce il Merlot Bianco sa che è solo un trucco per distrarre i distratti: dai fiori di campo si passa alla pera, e agli spigoli cotti in forno della crosta di pane. Ma, appunto, meglio non distrarsi. Nel bicchiere c’è un Blanc De Noir: bacca rossa, quindi ossa robuste.
Meglio non sottovalutarlo!
In bocca ti si rivela tutta la sua sostanza: acidità, corpo, alcol, morbidezza, minerali tutti insieme appassionatamente. Sapore che riempie le papille gustative e rimane… rimane …. rimane. Come sempre, dotato di naturale predisposizione all’equilibrio, eredità del terroir. Nasce robusto, e lo facciamo crescere robusto, poiché è protetto da macroossigenazione.
Abbinamenti?
Frittura, frittura über alles, da sbizzarrirsi: crostacei fritti, pesciolini, calamari, scampi a gogò. E crostini di baccalà mantecato, aperitivi estivi sfiziosi. E poi: sformatini di verdure, insalate fredde di pasta con pesce, risi freddi, salse con uova e mayo in mille varianti. Il tutto ovviamente sotto l’ombrellone, meglio se bianco 😉 , così non stona.
Imbottigliato da due mesi, è chiaramente ancora un vino adolescente, con l’apparecchio ai denti e gli occhiali grossi. Ma se da giovincello già rivela tutto questo carattere, non possiamo far altro che seguirlo nella sua evoluzione, aspettandoci qualche sorpresa strada facendo. Magari abbiamo in casa il prossimo Mark Zuckerberg dei Merlot Bianchi. Conviene tenerlo d’occhio, capisciammè.